«I corpi celesti non sono da cercare in alcun luogo esterno a noi: il cielo, infatti, è tutto dentro di noi, che abbiamo in noi il vigore del fuoco, e origine celeste» (Humanitatis).
Dunque è questa prospettiva interiore che l’essere umano deve toccare per conoscere la propria anima. Anima è quello che rende propriamente "umani", che contiene tutto il nostro esistere, ricco di sfumature, di imperfezioni, e di talenti. L’anima è movimento interiore, la cui vibrazione attraversa tutti i campi. E soprattutto, come ricordano Moore ed Hillman, è nel basso, fuori dalla testa, nello stomaco dove gli elementi sono assorbiti, digeriti, scartati e trasformati (immagine scorpionica, che si riferisce in letteratura alla parte finale dell’intestino e alla funzione escretoria).
Tutto questo ci porta nel viaggio labirintico dell’anima, la sua scomposizione, la sua decomposizione, i tragitti, proprio come il mestiere di vivere. Ancora una volta incontriamo la forma e l'immagine della “M” che strruttura il glifo Vergine-Scorpione e che ci parla delle due funzioni uguali e contrarie; l’una rivolta a se stessa e l’altra verso l’esterno. Le due direzioni psichiche. Il dentro e il fuori.
E ci sarebbe anche la Mem ebraica ben impressa nella carta numero 13, la morte che spezza, divide e taglia, con la secolare falce le parti non utili lasciando in vita la testa dei "reali" nel disegno di Oswald Whirt.
Tutto questo ci porta nel viaggio labirintico dell’anima, la sua scomposizione, la sua decomposizione, i tragitti, proprio come il mestiere di vivere. Ancora una volta incontriamo la forma e l'immagine della “M” che strruttura il glifo Vergine-Scorpione e che ci parla delle due funzioni uguali e contrarie; l’una rivolta a se stessa e l’altra verso l’esterno. Le due direzioni psichiche. Il dentro e il fuori.
E ci sarebbe anche la Mem ebraica ben impressa nella carta numero 13, la morte che spezza, divide e taglia, con la secolare falce le parti non utili lasciando in vita la testa dei "reali" nel disegno di Oswald Whirt.
Lo Scorpione, porta il suo movimento verso l'esterno,
volendo realizzare la relazione e sentire. Intestino crasso.
La Vergine contiene il movimento verso l'interiorità, portanto la concentrazione all'interno (analisi razionale). Intestino tenue. Entrambi i segni possono essere visti anche come l'elica del Dna con due funzione opposte e complementari.
I due segni e le due case (VI e VIII) indicano nell'astrologia vedica due delicati punti karmici.
La Vergine contiene il movimento verso l'interiorità, portanto la concentrazione all'interno (analisi razionale). Intestino tenue. Entrambi i segni possono essere visti anche come l'elica del Dna con due funzione opposte e complementari.
I due segni e le due case (VI e VIII) indicano nell'astrologia vedica due delicati punti karmici.
Una parte di anima, si diceva prima, è nell’esperienza dell’umido, nello sporco, luogo in cui l’energia “proibita”, la sessualità, convoglia tutta la sua attenzione nei fluidi del piacere e nelle relazione intima (ancora la potenza dello Scorpione che indica i stessi organi genitali). L'anima vuole fare esperienza anche e soprattutto del "basso".
Esiste una lunga tradizione astrologica, a mio avviso fin troppo letteraria, che individua l’anima con il Sole. C'è chi rappresenta l’anima con la Luna, indicando lo Spirito con il Sole (Jean Paul Labrousse, Astrologia Spirituale, Jupiter 1991).
O addirittura esiste l’astrologia transpersonale di Alice Bailey, la quale sostiene, attraverso una strana riforma dell’astrologia, di leggere il tema dell’Anima nell'ascendente (da qui i "compiti" e la "missione" che essa avrebbe!). Molto più convincente ed efficace in sede di analisi astrologica il punto di anima descritto da Liz Greene in tema si Sinastria nella coincidenza di pianeti maschili e femminili, luogo in cui la parti si toccano, si completano, si integrano. Ma si tratta di un piano secondario e piuttosto tecnico.
Ora il punto è questo: anima, secondo Ficino, è molto cose, anche queste righe che scrivo, o il mio personale dissenso per l'astrologia trasnperonale, l'incantevole quadro di Kandinsky, o i tratti casuali sul foglio di carta, mentre parlo con qualcuno. E di sicuro, Anima non è soltanto questa o quella astrologia con i suoi sistemi misteriosi dettati da qualche guru trapassato a miglior vita. E ne si tratta di identificarla in un pianeta di un punto preciso del tema.
Questo fatto è importante e deve far riflettere tutti coloro che vogliono avvicinarsi all’astrologia per comprenderne il “suono” e scoprire la musica che essa diffonde. Anima, non è quel pianeta o quel segno in particolare, ma una nostra attitudine, un centro di gravità personalissimo, qualcosa che soggettivamente, in base anche alla struttura simbolica del grafico natale, diviene preponderante. Tutto il tema natale è animico!
Nell’analisi astrologica, mi sono accorto troppo spesso che esiste una configurazione peculiare della persona che rende quel tratto tanto unico quanto magnetico. Tanto dirompente quanto accattivante. Li, allora è possibile trovare il carattere distintivo della persona, un’emozione che finisce per percorrere quella strada. Li è possibile trovare Anima. Con una energia assolutamente unica e senza vincoli morali.
L’anima non è in alto, nell’Empireo, insieme a Giove e la Corte Reale! Tutt’altro. L’anima è in basso, nel profondo buio, nel’attesa di Demetra per sua figlia Persefone rapita nell’Ade; nel viaggio di Orfeo; nell’inferno dantesco. L’anima vive nell’oscurità, dove per incontrarla bisogna essere disposti a lasciare l’argomento razionale, le certezze. Solo così, possiamo sentire in noi, quello che spesso ignoriamo o al peggio mettiamo nella pattumiera psichica. È una idea molto potente che anticipa la funzione inconscia dell’essere umano che ben si accorda con le moderne teorie del sogno e del linguaggio simbolico che esso propone. Anche questo elemento, poi, non puo essere dimenticato. Il viaggio interiore, come il buio, come la notte, come l’Inferno chiede di “morire” e conseguentemente, riconosciuta la nostra immagine reale, rinascere. Ancora un fortissimo contatto con le valenze psicologiche dello Scorpione, che dunque, non può più essere un caso. Questo valore archetipico sarà analizzato più avanti. La forza dell’anima chiede di penetrare la superficie e andare in fondo. È nel fondo, a grattare il barile, e vedere quello che rimane sotto le altre superfici. La stessa anima è attivata, diremo, dall’immaginazione dell’individuo, dall’estro creativo, che pure si riferisce ad essa. Ecco perché Ficino si raccomanda come medico psicologico di frequentare luoghi di Spirito e di Anima, perché li si evidenziano i significanti che formano l’immaginazione stessa; poiché qui esiste la simpatia elementale dei colori, dei suoni, del sogno. La fantasia restituisce la vita. Ed essa come un quadro personalissimo indica il valore di una certa esperienza, la nostra reale emozione, l’intenzione nascosta in ogni fatto che facciamo.
La psicopoetica di Ficino è quindi altamente psicoanalitica e richiede uno sforzo di autosservazione. Poiche proprio percependo l’intenzione sotto questi stessi atti, noi cogliamo la profondità reale della nostra fantasia che altro non sarebbe che il verbo segreto della nostra anima. Non solo. Ma con questa consapevolezza, tutto, anche le cose scontate e comuni assumono un valore fondamentale. Il rispetto revente di tutte le cose. In questa profondità, anima, produce un senso importante di dignità umana, e riammette la sacralità delle cose comuni.
L’aspetto davvero importante, allora diviene l’emozione che “move”. Comprendere questa emozione significa capire le fantasie che conteniamo mentre proviamo una data cosa. Questa capacità di osservazione e di percezione è già essa stessa avvicinamento all’anima. Non si tratta più di ricerca le virtù e di compiere peccati. Si tratta di riconoscere le nostre immagini interiori. L’uomo di Ficino non deve attendere la Grazia Divina per essere salvato dalla dannazione; poiché la stessa discesa negli inferi costituisce l’esperienza sensibile dell’anima e delle sue mille sfaccettature da cogliere. L'essere umano non deve cercare il Sacro e la Salvezza; deve entrare nel suo labirinto e osservare le sue paure, e comprenderne la fantasia antica e interiore. Solo così, osservando la sua immaginazione, l'uomo tocca l'anima e si riprende ciò che davvero è suo.
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