Al centro di questa diatriba c’è appunto lo gnosticismo. Il suo tratto peculiare è quello di essere più antico di molte altre religioni; e di trovare un posto di rispetto accanto al primissimo Cristianesimo per riuscire più volte nella storia culturale europea e divenire ancora più preponderante con le scoperte di Nag Hammadi (Egitto 1945).
(Camille Flammarion, L'Atmosphere: Météorologie Populaire (Paris, 1888)
Il problema per il Cristianesimo sembra essere molto serio. Innanzitutto deve confrontarsi con le correnti magico - astrologiche dell’Oriente, la qabbalah, l’ermetismo, il giudaismo alessandrino, la Filosofia Ellenistica, e tutta una serie di dottrine molto antiche che presentano dei forti contatti con il paganesimo e per questo giudicate eretiche.
Il complesso di queste dottrine ha turbato la riflessione teologica cristiana soprattutto per un’idea che pone in modo inammissibile l’uomo simile a Dio. Si tratta di un’affermazione molto forte che ha creato e crea tutt’ora non pochi malintesi e una serie di errori propriamente escatologici. Anche per quel relativismo secolare che si riferisce alla crisi del razionalismo di cui si è fatto testimone Papa Benedetto XIV (si osservi l'attacco politico e teologico che la Santa Romana Chiesa subirebbe, a suo dire, con i filoni letterari e cinematografici sul Sacro Graal).
Secondo le varie gnosi, il contatto spirituale è «un’illuminazione riservata a pochi iniziati, in virtù della quale, essi pervengono alla visione del divino e del vero e alla loro personale salvezza», (Enciclopedia Universale Garzantina, voce gnosticismo). Questo primo precetto, poi, si rafforza in senso anticristiano di fronte ad una conoscenza privilegiata esente dal curare la fede e dalle opere buone.
Un terzo elemento di distinzione è l’esasperato dualismo tra bene e male che a dire il vero è il carattere portante di tutte le religioni. Ma nello gnosticismo questo diviene più evidente a tal punto che si potrebbe rasentare, in alcuni casi propriamente blasfemi, la dissoluzione del quotidiano, attraverso la lussuria e il godimento per coltivare al contempo una vita spirituale. Ma non è così che funziona e qui la teologia cristiana, quella dell’osservazione dei sacramenti e della parola dei Vangeli, ha probabilmente più di una ragione. Soprattutto per chi pratica in modo mundano e profano la via spirituale, altrimenti conosciuta come eretica e al peggio satanica. Dunque, non si può essere mente spirituale continuando ad agire secondo un disegno casuale e arbitrario (è una questione che ritornerà più avanti).
Diversamente, però, questo non avviene con Platone e il pensiero ermetico neoplatonico, che riaffiora in Europa nel pieno Rinascimento italiano, e dove nessuna condizione dogmatica descrive la lussuria e l’edonismo come carattere distintivo di questa corrente. Sia chiaro: non sto difendendo una corrente per attaccarne un'altra; semmai vorrei tentare di fare emergere il senso psicologico e percettivo che tale corrente, nella figura del filosofo Marsilio Ficino, il quale finisce per diventare un punto di riferimento intellettuale e letterario in tutta Europa.
La Scuola di Atene, Raffaello Sanzio, Stanza della Segnatura, Musei Vaticani 1509-1510
La questione è la seguente: il rapporto tra Dio e Uomo e il tipo di contatto spirituale che può essere realizzato. E tutto dipende dalla forma del discorso o dal suo controllo (per usare un’espressione cara a Michel Foucault) e nelle intenzioni riposte in esso. E non perché il filosofo di Valdarno abbia scelto la lotta contro il Clero come missione. Tutt’altro: egli stesso ha tentato un discorso complesso e articolato con il Cristianesimo e di conciliazione con esso proprio attraverso il pensiero platonico e la Theologia Platonica (1482). Si è parlato a ragione di “cristianizzazione della magia”, e questo rende evidente il tentativo operato dal Ficino nel realizzare una religione dotta, il cui impegno intellettuale andrebbe collocato nel suo giusto contesto. Primo fra tutti, Marsilio Ficino era sacerdote e medico. Dunque al centro della sua speculazione filosofica c’è un’indagine scientifica, la riscoperta delle influenze del Cosmo sul corpo, piano di ragionamento che poco si concilia, in effetti, con la teologia medievale protesa a realizzare una conoscenza Scolastica a scopo educativo.
Influence of the Universe, the Macrocosm, on Man, the Microcosm, 1678. From Mundus Subterraneus by Athanasius Kircher. (Amsterdam, 1678).
Il ritorno della filosofia naturale, del neoplatonismo, conferisce una rinnovata centralità dell’essere umano nel mondo e al contempo pone al centro di esso, la vita e la musica dell’anima. Il Rinascimento prende avvio anche da questo e inevitabilmente contrasta con una Chiesa molto più dogmatica, basata sul piano teorico, sul Verbo scritto dei Testamenti e poggia la sua espressione rituale nel proprio calendario liturgico.
Platone indica il mondo delle idee. Dettaglio La Scuola di Atene.
I due piani della conoscenza, quello religioso cristiano e quello magico “corporeo” non arrivano ad un dialogo poiché presuppongono due sistemi diversi. Nel primo, l’essere umano è periferico e diventa centrale se vuole avvicinarsi a Dio; il secondo, l’essere umano è già centrale e può con un colpo di “follia” conoscere se stesso, che pure riguarda la conoscenza di Dio, attraverso la realtà dello Spirito e dell’Anima. E quindi, solo da questo preambolo, esiste un’evidente difficoltà di dialogo tra i due piani, quello Divino descritto dalla Chiesa, e quello Naturale descritto da Ficino. Tanto più che facoltà dell’uomo diventa, adesso, l’immaginazione e la fantasia personale, altro colpo inferto alla tradizione teologica.
Il pericolo che la stoppia prenda fuoco è sempre più reale e ha già trovato conferma nella condanna al rogo nel 1498 del domenicano Girolamo Savonarola perché eretico, scismatico, per aver predicato cose nuove; e nel febbraio del 1600 con la condanna al rogo del domenicano Giordano Bruno, troverà un ulteriore compimento. In questo tempo, più di un secolo, ci passa l’opera intellettuale di Marsilio Ficino.
(continua…3)
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