mercoledì 31 ottobre 2012

Marsilio Ficino: il fuoco - La Luce (15)



La luce del cielo, come un campo in cui l’esperienza umana è pervasa”. Cosi Ficino vedeva l’influenza astrologica, che avvolge e compenetra gli eventi della realtà come un unico campo in costante collegamento con il tutto.

Ed è un concetto non molto lontano dalla definizione di realtà dell’ultimissima fisica quantica.  Si pensi alla definizione olografica dell'universo, o alle straordinarie conclusioni del campo Morfogenetico di Rupert Sheldrake (causalità formativa). Si pensi anche allo studio esoterico di Giuliana Conforto e alle sue conclusioni sul Campo Elettrodebole. Debole perché vibra ad altissima frequenza, e per questo giudicato ininfluente ai fini dell’osservazione sperimentale dell'elettromagnetismo, e del campo gravitazione e nucleare. Eppure attraverso questo paradigma si potrebbe spiegare la funzione non locale e onnipresente dei neutrini e degli antineutrini. La studiosa, per altro, ha dato una sua interessante definizione di astrologia, recuperando il pensiero ermetico di Giordano Bruno (sarà analizzato più avanti). Anche secondo lei, tutta la vita è gli esseri viventi, è immersa nel campo di energia. Lo studio della magia di Giordano Bruno e l'insegnamento dell'astrofisica ha permesso un importante connubio tra queste due discipline da non sottovalutare le importanti conclusioni a cui è giunta la Conforto.


E da questo punto di vista è necessaria una presa di coscienza del livello esperenziale in cui siamo situati come espressione della vita. Gli esseri umani umbra profunda sumus: noi siamo un'ombra profonda, citava Giordano Burno. Da qui la necessità, per quanto ignorata, di entrare nel mondo interiore, nelle costellazioni di dentro, negli archetipi planetari che governano la nostra vita psichica al fine di comprendere chi siamo. Non con l'intento di cambiare l'Ombra, cosa impossibile. Ma di capire come funziona e come interviene nel nostro mondo.



Nel saggio De Lumine, Ficino esprime il concetto di luce. E afferma: da essa provienela la nostra intelligenza. Dalla Vera Luce. E dalla nostra capacità di sentire la partecipazione al sistema cosmico. 

Ecco che l'approccio cambia: non la luce della ragione, la realtà ordinaria, ma la ragione della luce che da lontano pervade la nostra natura fisica e psicologica. La luce della ragione ricorda la storiella di colui che perdendo le chiavi nel buio, continua a cercarle sotto il lampione perché è l’unico luogo in cui può vedere. E questo ricorda anche le ultime conclusioni in campo di percezione/realtà. Gli oggetti che osserviamo nell’esperienza quotidiana sono il riflesso di una falsa luce. La dimensione elettromagnetica è soltanto una delle possibilità. Non l’unica. La luce vera è il campo spirituale di cui ogni cosa fa parte, che «unisce ogni corpo agli universi invisibili ma reali oggi persino calcolati…. [dimostrando] che la divisione tra uomo e “Dio”, alla base di qualsiasi potere, è falsa» (Giuliana Conforto).


Ficino argomenta la ratio luci. Elemento principale della psiche e il suo nutrimento spirituale primario. Non soltanto la comprensione logica, ma la possibilità di entrare nel campo di questa luce, che permette la sua espressione nell'intuizione. L’Eidos platonico, il mondo delle Idee, la visione interna delle cose, in-tuizione. Dunque Ficino ribadisce l’importanza della percezione interiore e degli astri di dentro

Con la ragione della luce, l’anima diventa centrale. Il senso non è la comprensione intellettiva ma il sentire. Il tema musicale dei nostri pensieri, il sapore delle nostre emozioni. Il paradigma cambia completamente. E riconosce l’esigenza di staccarsi dal letterale, dallo specifico, dall'ossessiva identificazione delle cose. È in questa possibilità che il corpo e la luce diventano tutt’uno, realizzando una sorta di trasmutazione.

Percepire i livelli interiori significa non solo scoprire chi si è, ma anche nutrire l’anima. Entrare in contatto con la fonte. Cioè realizzare anche un operazione molto più grande e importante che cammina di pari passo con la nostra presumibile evoluzione.

Nella psicoterapia ficiana lo scopo è quello di sviluppare l’apollinea lucida capacità di riuscire a vedere dentro i modelli profondi che agiscono nell’esperienza ordinaria. Di riconoscerli per quello che sono e al contempo operare un superamento sul piano interiore. E qui un elemento fondamentale. Non esistono scuole o esperienze spirituali poiché è la stessa vita per quanto riduttiva difficile e limitata al conto in banca, o di spesa al supermarket, è essa stessa esperienza spirituale. Dentro l’ordinario c’è molto da svelare. Appunto illuminare.

Ficino ricorda che i pitagorici trovavano il fuoco di Vesta nel centro del mondo ovvero entro se stessi. Scoprire quindi dentro di se un centro e la radice degli eventi. Apollo ci dirige verso l’alto, la musica e la luce. Dionisio (terra) ci porta alla sperimentazione. Ancora una volta bisogna intravedere e vivere le due forze, come Apollo e Dionisio, come Castore e Polluce. Occuparsi sia dell’analitico che dell’esistenziale. Troppo spesso nella vita si fa un patto con uno dei fratelli o con una delle polarità, catalizzando il senso dell’esperienza, il suo valore archetipico e impedendo al Sé di emergere. Perdendo, quindi, il valore della completezza, dell’integrazione del sentire animico. E troppo spesso la stessa psicologia pone attenzione ad un fattore soltanto emotivo esperienziale, per quanto vero e importante. Ficino con la sua terapia, ci ricorda di far parte di qualcosa di molto più importante e molto più immenso. Quella Luce, è dunque, anche dentro di noi. E con essa, tanta conoscenza che attende di essere integrata nel vissuto quotidiano.





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