Una persona può conoscere se
stessa. Non è soltanto una raccomandazione psicologica. E ne un proposito per
iniziare a comprendere l’antropologia del sacro, come recita l’oracolo di
Delfi. Conoscere se stessi, per Ficino, significa garantire la vita sana alla
persona, sapere cosa si è, in modo da conoscere le cose da evitare e quelle da
cercare. Lo scopo, quindi, è riconoscere la propria inclinazione naturale, la
propria “stella”, il proprio “demone”. Qui si evidenzia l’importanza di conoscere
il tema psicoastrologico. Scoprire questo talento, che non significa arroccarsi
sotto un sistema superstizioso; o congelare le personali spinte
evoluzionistiche; quanto, invece, entrare nel vivo della propria natura. Il
lavoro dell’anima (opus) non parte da
una concezione egoica o narcisistica di se, ma dal riconoscimento di una guida
interiore, di questa forza primordiale che disegna la peculiarità di un essere
vivente, rispetto ad un altro.
Omphalos del tempio di Delfi
da cui la sacerdotessa chiamata Pizia,
ascoltava in stato di trance, le energie ctonie
ed emetteva le sue profezie.
La sua forma a coppa lascia intendere
a qualcosa che contiene, un Sacro Graal
autentico e originiario.
Forse fonte stessa del linguaggio di anima.
Il tempio dedicato ad Apollo, altro elemento
importante nel pensiero ficiano.
Ne consegue che il movimento
psichico è la risposta e non un’iniziativa. Si tratta di un fatto
importantissimo che permette allo studioso di comprendere che esiste un
temperamento di base che rivela la struttura psicosomatica orginaria (la teoria
degli elementi diventa quella degli umori partendo da Empedocle, e passando per
Galeno, Ippocrate fino ad arrivare a Jung); e qualcosa che si costruiesce sopra di esso. La psicologia, in una
primissima fase, è probabilmente, la relazione tra questa base, il
temperamento, e il lavoro di adattamento, che si esprime attraverso la
personalità. Il carattere è figlio del temperamento, come la personalità della
persona. Come a dire: esiste una superficie, la maschera esterna; e una rete di
esigenze molto più profonde e spesso ignorate. E qui vi sono importantissimi
presupposti psicologici e astrologici che riprenderò in un altro scritto (una
persona può avere una dominante di acqua, ma molti vettori possono spingere per
una personalità estroversa di terra, per esempio). Detto altrimenti il Temperamento di una persona potrebbe non conciliarsi con le richieste della Personalità.
Già, Daimon ricorda anche il
Demonio, il nemico dell’uomo. Ma appunto questo talento interiore o peculiarità
può divenire angelo o demone a seconda del modo di accordarsi con le attività
della persona. Per cui Daimon è la nostra stella, il genius, un testo interiore,
il locus, un programma congenito, un’attitudine. Qualcosa di nostro installato
nel profondo. Una forza che caratterizza l’individuo in modo assolutamente
personale e soggettivo che contiene non solo una sorta di vocazione ma anche
una forza personale.
Dunque, conoscere se stessi.
Ovvero capire il Daimon in noi. Il nostro angelo interiore, lo spirito guida
che a ragione per alcune sue inclinazioni può essere percepito anche come
nemico dell’io e dei suoi scopi (importantissimo punto psicoanalitico). Ricorda
Moore: “per conoscere se stessi non basta conoscere la propria storia e il
proprio carattere personale, bisogna anche essere capaci di riconoscere questo fattore
demonico”.
Il Daimon può essere una sorta di
sistema gravitazionale a cui tendiamo come un intento inconscio o un desiderio
assillante; o come un vuoto interiore, un centro che ci prende e che ha dei
risvolti importanti nelle nostre scelte. Non va sottovalutato quindi. Possono
essere i nodi lunari e il pianeta a loro congiunto, o un trigono chiuso, o un’opposizione
nei segni creativi; può essere molte cose. Questo significa che non è un
segno o un simbolo preciso ma emerge attraverso una lettura analitica della
carta dove può essere rintracciato in un elemento specifico e peculiare di quella carta (per esempio
in Ficino esiste un importante trigono tra Luna in capricorno congiunta al nodo nord e Venere vergine di VIII casa, che
potrebbe, secondo me, indicare un punto peculiare della sua ricerca di anima).
Sia chiaro. Il Daimon non è il
destino scritto (il testo scritto semmai può essre meglio rapprensentato dal concetto di Sorte e di Fato). Ma indica il modo di vivere e di essere determinate
esperienze. E questo lo si può leggere simbolicamente sulla carta. Molto spesso
una lettura mitologica del segno e degli aspetti, indicano in modo sincronico le
pulsioni della vita di una persona. Si pensi al puer mercuriano del gemelli che deve “sacrificare” la parte viva e
adolescente a quella trascendentale e immortale (Castore e Polluce, per
intenderci). O al segno del toro, che secondo il mito di Teseo combatte il
Minotauro, segno di una lotta interiore tra parte istintiva e parte razionale, per essere integrata e
liberata. Il Daimon può essere il toro, l’adolescente, l’analitico. Un dottore
o il criminale. Si tratta sempre di una predisposizione interiore, proprio come
i pianeti che ci vivono dentro. Quello che emerge dall’esplorazione del proprio
Daimon è l’unicità di questo sistema, dove ogni uno è cosa irripetibile nel cosmo.
Un’importante raccomandazione,
poi. Ficino ricorda che bisogna conoscere questo centro di energia interiore,
il Daimon, in modo da poterlo gestire e non da assecondarlo. La cosa è molto
diversa. Per esempio parla di “gelosia” dei pianeti. E di come la forza
preponderante di uno possa prevalere su tutto. E questo significa essere rapiti
dalla sua sfera e dalla sua logica a discapito degli altri. E chissà se il
Diavolo che ruba l’anima non abbia una sua collocazione in questa relazione. Per
uno sarà Venere per un altro Saturno. Per Ficino la malattia, la vera malattia
è questo atteggiamento assolutistico e monoteistico per cui l’anima viene assorbita
da un demone planetario, rendendo la persona prigioniera di questo stesso abbraccio
geloso. Questa unica forma di coscienza dettata da una unica via da percorrere
è per Ficino la vera malattia. Dunque un motivo in più per conoscere la nostra potenzialità.
Daimon può essere un punto
debole, un demone, un difetto. O un talento prodigioso, l’orecchio musicale o a
una dialettica verbale. Non importa, in ogni caso, al di la della morale comune,
c’è questo intento di capire quanto uno possa essere divorato da questa attitudine
o quanto spinto a condividere il proprio vissuto e la propria vita con il resto
dei pianeti e dei colori.
Questa psicologia è diversa da
quelle che rafforzano l’io. E per questo può far registrare una sorta di
ulteriore disagio e chi si ritiene sprovvisto di anima; o chi guarda alle
certezze materiali che pure sono importanti. Potrebbe non essere risolutiva o
per sua natura, illogica. Ma perché nel mondo interiore esistono aree segrete/[se-crete], delle importanti fonti di
energia che sono illogiche, invisibili, eteriche, proprio come la vita dell’anima
e il mondo dell’idolum.
Da un punto di vista ermetico, un
io forte non è un io raccordato alle certezze operative del carattere e della
personalità con i suoi scopi pratici (lavoro importante per la psicoterapia); semmai
è un io che non deve difendersi dal Daimon quanto invece stabilire un contatto
e collaborare con esso, per ripristinare il molteplice e vivere a pieno le sue forze.
Siamo oltre il determinismo e la causa
ed effetto. Si tratta di una strategia ben diversa che può esporre la persona a
certi rischi. Come quello di trascurare la vita fisica nonostante le premesse
di Ficino di mantenere l’equilibrio tra vita fisica e vita animica. E sarà poi,
la cristianità a definire il Daimon demone maligno, secondo una tradizione
precisa, allontanando le pretese della gnosi.
A Ficino questo ovviamente non
interessa poiché il Daimon non ne buono e ne cattivo. Semplicemente è. Bisogna
comprendere quanto questo condizioni in modo assoluto la nostra vita. Ecco
l’opera. Per questo è importante andare per gradi e approcciare la conoscenza
di se secondo i modi più consoni al proprio sentire. E forse, anche
questi, nel loro sottile richiamo, sono dettati dal Daimon e dalle sue ombre sconosciute che risuonano nella vita dell'Anima.
(Continua...)
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Grazie per questi illuminanti articoli su Ficino, di cui oggi si celebra la data di nascita. Se è d'accordo, vorrei condividere il suo link sulla mia pagina Facebook (https://www.facebook.com/Astrosciamanesimo). Saluti luminosi, Franco Santoro
RispondiEliminaGrazie a te Franco. Spero di poter contribuire, in qualche modo, a riconoscere quello che in realtà siamo. Un saluto numinoso anche te!
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