domenica 5 febbraio 2012

Marsilio Ficino (7) il Daimon



Una persona  può conoscere se stessa. Non è soltanto una raccomandazione psicologica. E ne un proposito per iniziare a comprendere l’antropologia del sacro, come recita l’oracolo di Delfi. Conoscere se stessi, per Ficino, significa garantire la vita sana alla persona, sapere cosa si è, in modo da conoscere le cose da evitare e quelle da cercare. Lo scopo, quindi, è riconoscere la propria inclinazione naturale, la propria “stella”, il proprio “demone”. Qui si evidenzia l’importanza di conoscere il tema psicoastrologico. Scoprire questo talento, che non significa arroccarsi sotto un sistema superstizioso; o congelare le personali spinte evoluzionistiche; quanto, invece, entrare nel vivo della propria natura. Il lavoro dell’anima (opus) non parte da una concezione egoica o narcisistica di se, ma dal riconoscimento di una guida interiore, di questa forza primordiale che disegna la peculiarità di un essere vivente, rispetto ad un altro.


 
 
Omphalos del tempio di Delfi
da cui la sacerdotessa chiamata Pizia, 
ascoltava in stato di trance, le energie ctonie
ed emetteva le sue profezie. 
La sua  forma a coppa lascia intendere 
a qualcosa che contiene,  un Sacro Graal 
autentico e  originiario. 
Forse fonte stessa del linguaggio di anima. 
Il tempio dedicato ad Apollo, altro elemento
importante nel pensiero ficiano.




Ne consegue che il movimento psichico è la risposta e non un’iniziativa. Si tratta di un fatto importantissimo che permette allo studioso di comprendere che esiste un temperamento di base che rivela la struttura psicosomatica orginaria (la teoria degli elementi diventa quella degli umori partendo da Empedocle, e passando per Galeno, Ippocrate fino ad arrivare a Jung); e qualcosa che si costruiesce sopra di esso. La psicologia, in una primissima fase, è probabilmente, la relazione tra questa base, il temperamento, e il lavoro di adattamento, che si esprime attraverso la personalità. Il carattere è figlio del temperamento, come la personalità della persona. Come a dire: esiste una superficie, la maschera esterna; e una rete di esigenze molto più profonde e spesso ignorate. E qui vi sono importantissimi presupposti psicologici e astrologici che riprenderò in un altro scritto (una persona può avere una dominante di acqua, ma molti vettori possono spingere per una personalità estroversa di terra, per esempio). Detto altrimenti il Temperamento di una persona potrebbe non conciliarsi con le richieste della Personalità.





E qui verrebbe d’obbligo la frase di Eraclito, per cui il carattere è il suo Daimon.
Già, Daimon ricorda anche il Demonio, il nemico dell’uomo. Ma appunto questo talento interiore o peculiarità può divenire angelo o demone a seconda del modo di accordarsi con le attività della persona. Per cui Daimon è la nostra stella, il genius, un testo interiore, il locus, un programma congenito, un’attitudine. Qualcosa di nostro installato nel profondo. Una forza che caratterizza l’individuo in modo assolutamente personale e soggettivo che contiene non solo una sorta di vocazione ma anche una forza personale.

Dunque, conoscere se stessi. Ovvero capire il Daimon in noi. Il nostro angelo interiore, lo spirito guida che a ragione per alcune sue inclinazioni può essere percepito anche come nemico dell’io e dei suoi scopi (importantissimo punto psicoanalitico). Ricorda Moore: “per conoscere se stessi non basta conoscere la propria storia e il proprio carattere personale, bisogna anche essere capaci di riconoscere questo fattore demonico”. 

Il Daimon può essere una sorta di sistema gravitazionale a cui tendiamo come un intento inconscio o un desiderio assillante; o come un vuoto interiore, un centro che ci prende e che ha dei risvolti importanti nelle nostre scelte. Non va sottovalutato quindi. Possono essere i nodi lunari e il pianeta a loro congiunto, o un trigono chiuso, o un’opposizione nei segni creativi; può essere molte cose. Questo significa che non è un segno o un simbolo preciso ma emerge attraverso una lettura analitica della carta dove può essere rintracciato in un elemento specifico e peculiare di quella carta (per esempio in Ficino esiste un importante trigono tra Luna in capricorno congiunta al nodo nord e Venere vergine di VIII casa, che potrebbe, secondo me, indicare un punto peculiare della sua ricerca di anima).

Sia chiaro. Il Daimon non è il destino scritto (il testo scritto semmai può essre meglio rapprensentato dal concetto di Sorte e di Fato). Ma indica il modo di vivere e di essere determinate esperienze. E questo lo si può leggere simbolicamente sulla carta. Molto spesso una lettura mitologica del segno e degli aspetti, indicano in modo sincronico le pulsioni della vita di una persona. Si pensi al puer mercuriano del gemelli che deve “sacrificare” la parte viva e adolescente a quella trascendentale e immortale (Castore e Polluce, per intenderci). O al segno del toro, che secondo il mito di Teseo combatte il Minotauro, segno di una lotta interiore tra parte istintiva e parte razionale, per essere integrata e liberata. Il Daimon può essere il toro, l’adolescente, l’analitico. Un dottore o il criminale. Si tratta sempre di una predisposizione interiore, proprio come i pianeti che ci vivono dentro. Quello che emerge dall’esplorazione del proprio Daimon è l’unicità di questo sistema, dove ogni uno è cosa irripetibile nel cosmo.

Un’importante raccomandazione, poi. Ficino ricorda che bisogna conoscere questo centro di energia interiore, il Daimon, in modo da poterlo gestire e non da assecondarlo. La cosa è molto diversa. Per esempio parla di “gelosia” dei pianeti. E di come la forza preponderante di uno possa prevalere su tutto. E questo significa essere rapiti dalla sua sfera e dalla sua logica a discapito degli altri. E chissà se il Diavolo che ruba l’anima non abbia una sua collocazione in questa relazione. Per uno sarà Venere per un altro Saturno. Per Ficino la malattia, la vera malattia è questo atteggiamento assolutistico e monoteistico per cui l’anima viene assorbita da un demone planetario, rendendo la persona prigioniera di questo stesso abbraccio geloso. Questa unica forma di coscienza dettata da una unica via da percorrere è per Ficino la vera malattia. Dunque un motivo in più per conoscere la nostra potenzialità.

Daimon può essere un punto debole, un demone, un difetto. O un talento prodigioso, l’orecchio musicale o a una dialettica verbale. Non importa, in ogni caso, al di la della morale comune, c’è questo intento di capire quanto uno possa essere divorato da questa attitudine o quanto spinto a condividere il proprio vissuto e la propria vita con il resto dei pianeti e dei colori.

Questa psicologia è diversa da quelle che rafforzano l’io. E per questo può far registrare una sorta di ulteriore disagio e chi si ritiene sprovvisto di anima; o chi guarda alle certezze materiali che pure sono importanti. Potrebbe non essere risolutiva o per sua natura, illogica. Ma perché nel mondo interiore esistono aree segrete/[se-crete], delle importanti fonti di energia che sono illogiche, invisibili, eteriche, proprio come la vita dell’anima e il mondo dell’idolum

Da un punto di vista ermetico, un io forte non è un io raccordato alle certezze operative del carattere e della personalità con i suoi scopi pratici (lavoro importante per la psicoterapia); semmai è un io che non deve difendersi dal Daimon quanto invece stabilire un contatto e collaborare con esso, per ripristinare il molteplice e vivere a pieno le sue forze.

Siamo oltre il determinismo e la causa ed effetto. Si tratta di una strategia ben diversa che può esporre la persona a certi rischi. Come quello di trascurare la vita fisica nonostante le premesse di Ficino di mantenere l’equilibrio tra vita fisica e vita animica. E sarà poi, la cristianità a definire il Daimon demone maligno, secondo una tradizione precisa, allontanando le pretese della gnosi.

A Ficino questo ovviamente non interessa poiché il Daimon non ne buono e ne cattivo. Semplicemente è. Bisogna comprendere quanto questo condizioni in modo assoluto la nostra vita. Ecco l’opera. Per questo è importante andare per gradi e approcciare la conoscenza di se secondo i modi più consoni al proprio sentire. E forse, anche questi, nel loro sottile richiamo, sono dettati dal Daimon e dalle sue ombre sconosciute che risuonano nella vita dell'Anima.
(Continua...)




2 commenti:

  1. Grazie per questi illuminanti articoli su Ficino, di cui oggi si celebra la data di nascita. Se è d'accordo, vorrei condividere il suo link sulla mia pagina Facebook (https://www.facebook.com/Astrosciamanesimo). Saluti luminosi, Franco Santoro

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  2. Grazie a te Franco. Spero di poter contribuire, in qualche modo, a riconoscere quello che in realtà siamo. Un saluto numinoso anche te!

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