domenica 29 luglio 2012

Ficino: gli elementi della Psiche (11)

La coscienza dunque permette di modificare il punto di vista del mondo. E lo fa attraverso se stessa, il fuoco interiore, le percezione. E ci fa vedere un mondo diverso dalla sua apparente staticità degli elementi. La realtà è dunque corpo, anima e spirito (come non vedere poi in questa trinità la costante presenza di Padre, Figlio e Spirito Santo in tutte le religioni? la Trimuri induista, per esempio).

È un nuovo vedere e un nuovo percepire. Il quadrato si è fatto triangolo. Il Solve et Coagula, permette di osservare la dinamicità della realtà. Noi siamo parte attiva e non solo contemplativa del tutto. Si tratta di una equazione potente se messa in pratica.

La percezione animica, l’anima mundi, permette di lasciare l’intelletto e il letterarale per approdare ad una nuova dimensione del Se.  E' una nuova consapevolezza, che non si può ne fissare e ne chiudere in qualcosa di preciso, una operazione psicologica che invece l’ego e la personalità richiedono in continuazione. Rimanere aperti quindi. 



Un occhio intellettuale non può cogliere le frequenze e la danza dell’occhio psicologico, laddove Ficino intende psiche come pneuma, soffio, anima. Ebbene ricordare che punto di vista psicologico per Ficino non è la psiche come la intendono Freud e tutta la psicoanalisi. La psiche è intesa proprio come anima e forse uno dei limiti strutturali dell’analisi propriamente intellettiva della psicologia contemporanea è quello di lasciare in disparte il centro della vita, appunto il cuore/anima per mettere al centro il corpo/mente. Ovvero la macchina biologica. Dunque per quanto utile a normalizzare un processo cognitivo, la psicologia potrebbe in molti casi mancare il bersaglio (il condizionale è assolutamente d'obbligo). Causa ed effetto potrebbero non bastare, poiché l’anima è fuori dalle categorie dello spazio e del tempo. Mentre la psichiatria continua a prescrivere farmaci e sostanze chimiche e altri continuano ad elaborare una certa idea di complesso Edipico o di castrazione, l'anima vive una sua fase debilitante di emarginazione.




L’osservazione archetipica di Jung si avvicina tuttavia molto a questa idea di psiche animica e archetipica. E questo livello è poi espresso da Ficino da una rappresentazione interiore degli stessi elementi alchemici.

                                               TERRA           VINO
                                               ACQUA          AROMA DEL VINO
                                               ARIA              MUSICA
                                               FUOCO          LUCE

Seguendo poi Jung e l'astrologa psicologa Liz Greene ritroviamo questi elementi come aspetti proprio del tema natale e del temperamento psichico, strumenti importanti per attuare il processo di individualizzazione (individuo, non diviso, non separato).

La presenza di questi elementi caratterizza l’individuo. E il tipo di indagine che ogni uno può realizzare su di se. L’elemento e la sua qualità invisibile e metafisica. Ecco tutto. Metafore per la dimensione psichica. Metafore reali come il mondo fisico. L'acqua si fa vino (quello del vino, nella storia antica fu per molto tempo un segreto iniziatico custodito da pochi sapienti)



«Così come per sopravvivere dobbiamo assumere e digerire il mondo fisico, allo stesso modo questi elementi spirituali devono diventare cibo per l’anima perché questa possa prosperare», osserva Moore (i nutrimenti sono alla base della vita non solo organica ma più propriamente sensibile e spirituale come poi osservava Gurdjieff).

E qui sorge un problema o una separazione di fatto tra la vita interiore, psichica e quella la vita esteriore fatta di educazione, condizionamento, apprendimento scolastico, morale. Colui che può abbandonare il percorso imposto, inizia una nuova strada del Se. Abbandonare i riti della società è la prima grande prova da superare, come atto interiore, una operazione che non trova altra definizione se non come deprogrammazione (educere appunto educare significa “portare fuori”  qualcosa di noi che abbiamo dentro, mentre la società tende a sopprimere questa istanza per imporre un modello assolutamente invasivo e stabilito).

Il bambino va a scuola. Apprende. Ma cosa sarà della psiche del bambino, si chiede Moore. Ecco, allora che il tentativo di prendere coscienza si scontra all'istante con un limite. La società, il sistema. L’uomo non nasce e concilia il suo sentire la vita con un mondo quasi sempre primitivo, fatto di sistemi di ogni tipo, di reti e connessioni che a dire il vero non lo riguardano molto e che pure gli sono necessari per sopravvivere. Nato nel corpo, l'essere umano ci resta per tutta la sua esistenza senza sospettare le qualità dell'anima. Forse, proprio come ricorda Moore, la grande malattia contemporanea è la perdita dell'anima che scompare dalla nostra vita mentre prendono forma ossessioni, limiti, dipendenze, malattie. Sintomi ne casuali e ne isolati. Ma appunto un linguaggio, per quanto doloroso, di questa assenza davvero imbarazzante. 





Per questo occorre fare una scelta. Inizare a sentire l'anima; o perpetuare la vita di tutti i giorni. Delle due, una!  Per citare nuovamente Gurdjieff, niente è più scomodo che occupare due poltrone! Detto altrimenti non si possono servire due padroni.  Ficino con le sue immagini essenziali e profonde cerca di recuperare quanto perso nel mondo profano e soltanto materialista. Ma sia chiaro, non si tratta di un obbligo. L'importante è scegliere. Il resto viene da se...